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2016-01-06
EPIFANIA
Lo sguardo dei Magi per vedere l'Avvenimento
Quello che è accaduto, accade. Dove accade? Io non so riassumere l'omelia di don Giorgio al funerale di un amico, ma lui ha detto che il Verbo prende la nostra carne, e agisce nella nostra debolezza come è stato nella vita di Ugo, per lunghi anni immobilizzato dalla Sla. La totale impotenza è stata il luogo dove Dio ha agito, muovendo tante persone e facendole cambiare, e facendo crescere l'amore dei due sposi. «Io ne ho fatto esperienza», ripete don Giorgio, «l'ho visto con i miei occhi». Il Verbo si è fatto carne, oggettivo e reale, come il corpo di un marito da accudire ogni giorno!
Questo prete parla con semplicità e fa scorrere davanti a noi una storia reale che vediamo riflessa nel volto semplice e sereno di Silvia, la moglie di Ugo. Dove accade che il Verbo diventa carne e il cristianesimo è ancora un fatto al quale si può partecipare, un avvenimento sotto i nostri occhi, che si può vedere, ci può attrarre, commuovere, stupire? Oggi è bastato venire a Messa per vederlo nelle persone, udirlo nelle parole del celebrante e nei canti, assaporarlo negli abbracci, riviverlo nel sacramento. C’è ancora un fatto da andare a cercare, una stella che segna il cammino, una compagnia che ci sostiene nella strada. I Magi avevano un cuore vigilante e un occhio attento. Soprattutto – io penso – davano valore ai segni, e non avevano timore di scomodarsi per andare a vedere, scrutando il cielo e percorrendo le strade della terra. Avevano un cuore ben aperto, per riconoscere nel bambino di Betlemme «il Re dei Giudei che è nato».
Come si vive in casa quando nasce un bambino? Come si vive in famiglia quando il giovane papà si ammala di Sla? Si rivoluzionano la vita, gli orari, i pranzi e le cene e le notti. Si apre la casa al medico, ai familiari, agli amici; si organizzano i turni, si prendono culle e aggeggi per il respiro, il sollevamento, il nutrimento. Un punto affettivo diverso, un principio ideale nuovo, una presenza imprevista: lo dicono tutti i genitori, che con la nascita di un bambino niente è più come prima; lo vediamo con i nostri occhi a casa del malato.
Cristo è un avvenimento presente che investe ogni cosa e rende líuomo più umano: tempo e spazio, affetti e lavoro, società e storia; il primo, anzi líunico, dal quale ogni cosa e ogni persona prende valore e consistenza: a partire da quando, piccolo Bambino, ha mosso tuttíintorno persone vicine come i pastori e lontane come i magi. Possiamo ancora alzarci stamattina e trovare, non la calza piena di carbone o di dolci che la mamma preparava sotto il camino quandíeravamo ragazzi, ma Cristo che continua a volerci bene, pur se meritiamo carbone per errori e tradimenti.
Lui ci attrae a vivere e ci riempie di delizie anche nelle tribolazioni, con noi “compatisce” il nostro bene e il nostro male, insieme con Maria e Giuseppe e con le persone che badano a noi. I fatti clamorosi e i segni più evidenti ñcome uníEpifania che si rinnova - ci addestrano a riconoscere la presenza di Cristo che germoglia anche nelle brevi fessure delle nostre giornate.


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