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2012-09-20
L’alta via di Suor Veronica
Valeria ha lasciato Chioggia-Sottomarina sette anni fa. Lungamente aveva cercato un luogo dove deporre il desiderio della sua anima. Negli anni dell’università le pareva di averlo individuato in Via Siepelunga a Bologna, la città in cui viveva con gli amici di Comunione e Liberazione. Poi aveva dovuto attendere ancora la morte della mamma Giannetta, da lei assiduamente assistita nel corso di una malattia lenta e indomabile. Papà Luciano aveva lasciato questo mondo vent’anni prima e intanto il fratello Damiano e la sorella Isabella avevano avviato ciascuno la loro bella famiglia. Nel procedere di questi sette anni Valeria ha cambiato nome; si chiama Suor Veronica del Volto di Cristo e oggi, 14 settembre, ha radunato nel Carmelo di Bologna parenti e amici di varia provenienza per la sua professione dei voti solenni. Una scelta di Dio e una scelta sua personale, come nota il cardinal Caffarra all’inizio dell’omelia in questa festa dell’Esaltazione della Croce, quanto mai indicata per suggerire l’offerta totale della vita. Mentre la celebrazione si svolge nei gesti chiari e solenni del celebrante, nei canti del coro degli amici e dell’assemblea, pare di vedere Valeria salire un alto monte con Gesù che la attira a sé come sposa, nella totalità della ‘vita di castità perfetta, povertà e obbedienza’, perché sia dèdita per sempre al suo servizio e assuma su di sé il dramma degli uomini. Suor Veronica si distende con le braccia a forma di croce sul pavimento della Chiesa, mentre scorrono le litanie dei Santi e si fa memoria dei suoi genitori. Quindi legge a voce chiara la formula della professione religiosa perpetua, scritta di suo pugno, e la firma sulla tavola dell’altare: “…Mi dono con tutto il cuore a questa famiglia iniziata da santa Teresa… nella perenne orazione e nell’abnegazione evangelica al servizio della santa Madre Chiesa…”. Siamo tutti tesi a guardarla e ascoltarla. Come l’alpinista che, raggiunta la vetta, continua a percorrere l’alta via; tutti la guardiamo e vogliamo imparare dagli strumenti che lei usa, il silenzio, la preghiera, il sacrificio fino all’offerta di sé, la comunità che la accompagna per appartenere in modo esclusivo a Dio. Nel cammino dei giorni la dedizione a Cristo avrà la durezza della croce e introdurrà alla vera sapienza donata da questo Dio che ora ci appare improvvisamente concreto e visibile attraverso questi i gesti semplici e veri della liturgia; attraverso il volto lieto e deciso di Valeria, sul quale si riflette il volto di Cristo. Il cardinal Caffarra dice ancora nell’omelia che ogni persona si manifesta e si fa incontrare attraverso il volto: le persone divine e le persone umane; la persona di Suor Veronica del Volto di Cristo, per un giorno circondata dall’abbraccio dei familiari, per sempre affidata all’abbraccio di Dio.

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