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2014-07-13
Viaggio a Barellona
Il miracolo di Gaudì
Un prete alto e anziano, lo sguardo intenso e la mano tremula, accoglie con cuore aperto i pellegrini nella cripta della Sagrada Familia a Barcellona. All’inizio della celebrazione eucaristica rivolge il saluto liturgico alla piccola, composita assemblea, in sette-otto lingue, e fa proclamare in italiano la seconda lettura da una persona del nostro gruppo. Concelebrare la Messa domenicale nel cuore profondo del grande tempio, accanto alla tomba di Antonio Gaudì ‘architetto di Dio’, conduce nel mistero di questa costruzione impensabile e indescrivibile. Eppure un uomo l’ha pensata, immaginata, disegnata, modellata, lasciando in eredità progetti e bozzetti che altri uomini e un intero popolo hanno ripreso e vanno progressivamente realizzando. Gaudì ha digiunato 40 giorni per immedesimarsi con Cristo; ha rischiato di morire pur di conoscere Cristo per donarlo ad altri con la sua opera! Non è impressionante? Di quest’uomo abbiamo visto il prodigio del park Guell, un sèguito di opere architettoniche che si estendono su una vasta area intrecciando arte e natura; abbiamo visto casa Batllò, dove le pareti e le scale assumono la libertà dell’aria e la luce del mare. Ma è nel tempio immenso, sovrastante lo spazio aereo della città, che il genio e la fede di Gaudì cantano la sinfonia della creazione e della incarnazione. L’arte ripercorre le linee degli alberi e riproduce perfettamente la legge di gravitazione, ordina gli equilibri delle pareti senza bisogno di contrafforti, utilizza tutti i materiali, marmo, ferro, vetro, cemento, ceramica, riprende le forme animali e vegetali, componendole in un nuovo universo. Si associano nella mente la figura di Dante, con il suo equilibrio e le sue fantastiche immaginazioni, le sue storie e i suoi sogni; le invenzioni e le innovazioni di Leonardo; e insieme la semplice complessità di Tommaso d’Aquino e la musica di Mozart. Da bambino, Gaudì guardava le piante e gli insetti, imparava il catechismo e la storia sacra. Veniamo condotti a riconoscere come nella struttura e nelle pareti della Sagrada Familia tutto viene raccolto nelle figure marmoree, e nuovamente raccontato. Improvvisamente, mettendo piede all’interno della Sagrada Familia, vengo trascinato in alto con lo sguardo all’infinita luce delle torri, e istintivamente sollevo le braccia. Trasportato nel gorgo felice del Paradiso. Abbiamo camminato lungo percorsi esterni e sotterranei, siamo entrati nel primo caseggiato costruito accanto alla Chiesa, la scuola, dove i bimbi imparano vedendo e operando: la nostra sapiente guida ci ha introdotti nel cuore del tempio e nell’anima di Gaudì. Anche l’ampia varietà dei turisti e visitatori che scorrono da ogni lato diventa una lode al Dio della creazione e dell’incarnazione e alla Sagrada Familia di Gesù, Giuseppe e Maria. Tutto il mondo delle cose e delle persone, del passato e del presente, del visibile e dell’invisibile viene convocato e attratto nel poema della gloria di Dio. Don Angelo


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