Domenica 4 di Avvento, 18.12.2011
L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret…
Le due libertà
Entriamo nella casa dove l’avventura umana ha avuto una svolta, prendendo un nuovo inizio. All’estrema periferia della storia e della geografia. Un luogo non registrato e non nominato nelle carte e nei libri. Una ragazza di paese. Dal profondo di un’antica promessa sale fino al cuore della ragazza di Nazaret una linfa nuova. E’ Lei la donna delle profezie; è la zolla di terra umana dove viene piantata una divina semente. “Piena di grazia, il Signore è con te”, le dice l’Angelo Gabriele mandato da Dio. Dio è nuovamente all’opera, e invade la scena non con il lancio di nuovi mondi creati ma con la sua stessa venuta. L’Angelo domanda alla donna di accogliere il Figlio di Dio che si farà uomo nel suo grembo. Lei rimane sospesa: “Che saluto è mai questo? Non conosco uomo. Chi è mai costui che vuole nascere da me?”. A farlo nascere non basta la creta della creazione, la docilità passiva dei materiali lavorati dalle mani del Dio Creatore. Occorre il sì della donna, la sua attiva collaborazione. Quando Dio viene a incontrare gli uomini, non si impone, ma domanda di essere accolto. Questo è il metodo: libertà di Dio, libertà dell’uomo. Allora, quel che deve accadere, accade veramente. Colui che deve venire, viene. La vita viene piantata nel grembo. Il piccolo rivolo comincia a scorrere. E’ sorprendente che tutto sia iniziato in modo così unico e così umano, nella decisione di Dio e nella volontà e nel cuore di una donna. Il Verbo si è fatto carne ed abita in mezzo a noi. Maria di Nazaret lo custodisce nel suo corpo per nove mesi. Poi lo nutre e lo fa crescere per dodici anni. Poi lo accompagna nel suo farsi uomo. Poi partecipa alla sua missione, sorpresa e curiosa. Fiduciosa. La novità irrompe nel mondo e si fa strada. Diventa storia e vita umana.