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2015-01-06
EPIFANIA

Il viaggio dei Magi

L’altra sera mi arriva un sms da una persona amica: “Dalla terrazza di casa mia si vede la luna e le stelle e il campanile illuminato…”. “Vengo subito”, rispondo. Salito sulla terrazza, mi pare d’essere come Ciàula nella novella di Pirandello, colpito dalla sorpresa e pieno di meraviglia: nel buio del cielo terso, la luna a tre quarti sembra illuminare i puntini delle stelle, sopra la gran mole del Duomo e i tetti delle case.
Che cosa ci fa così tanto desiderare le stelle? Che cosa ci spinge a cercarle, pur disturbati dal chiarore così esagerato delle nostre città? Chissà com’era il cielo nelle notti d’Oriente scrutate dagli antichi Magi, scienziati e filosofi e cercatori! Guardano, capiscono, decidono, partono. Prima di essere un viaggio tra le dune del deserto, quello dei Magi è un viaggio interiore. Gli occhi, l’intelligenza, il cuore si muovono per primi. Il bisogno, l’attrattiva, la volontà alzano la vela, fino alla decisione. Gente che si muove in direzione della ‘stella del re’, alla scoperta del senso della vita, e non gli bastano le piccole pozioni elaborate dalle alchimie casalinghe.
Gli uomini hanno sempre viaggiato tantissimo, aprendo strade impossibili e superando ostacoli impervi. Oggi è normale un viaggio all’estero per il festino dell’ultimo dell’anno o per il saluto a un amico o per una qualsiasi scorribanda. I giovani vanno a studiare e a lavorare in tutti i paesi dell’Europa e dell’America. A volte è solo il cortile di casa che si è allargato. Si fa più presto ad arrivare a Londra che non a percorrere la tangenziale di Milano.
Il vero viaggio, quali strade percorre? Quale meta pretende? Dov’è il tesoro? Dove abita il re? Scopriamo tanti paesaggi, passeggiamo in tante piazze, festeggiamo in tanti locali. Anche le compagnie sono come onde che si radunano sulla spiaggia e subito si disfano, lasciandoci soli.
Abbiamo in cuore un desiderio più grande, cerchiamo una stella più convincente, che ci conduca al punto in cui Uno ci attende e ci guarda; ci accoglie e ci perdona; ci abbraccia e ci rialza. Non ci bastano le mète provvisorie, gli amori saltuari, i successi intermittenti. I Magi non si muovono ciascuno da solo, ma si mettono insieme e si sostengono nel viaggio. Percorrono il cammino vero, trovano la risposta utile, raggiungono la gioia piena. La mèta è un Bambino in braccio a sua madre. Ma si chiama Gesù, ed è il Figlio di Dio.
Don Angelo Busetto


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