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2015-12-15
GIUBILEO IN CATTEDRALE

La Porta è aperta E nessuno si senta escluso
di Angelo Busetto
Dal sito La nuova Bussola
Ogni cella è una Porta Santa

Quante persone abbiamo visto entrare per la Porta Santa della cattedrale? Milleduecento, milletrecento, millecinquecento? Dall'alto del pulpito se ne sono potute calcolare circa duemila. Nel giorno che papa Francesco ha indicato per l'apertura della Porta Santa nelle diocesi, è stato un afflusso continuo, come un’impressionante acqua alta – questa volta benefica - che ha inondato dapprima prima i banchi, poi le sedie, poi tutti i posti in piedi lungo le navate...
La Misericordia, ha esordito il vescovo nell'omelia, raduna le folle e riempie le Chiese. Cristo ha tenuto un posto per ciascuno, nella cattedrale e nel suo cuore: anche sui gradini dell'altare, come per tante decine di ragazzi, spettacolo essi stessi. Passare attraverso la Porta Santa è stato come passare attraverso Cristo, attesi e abbracciati da Lui. «Proprio come fossimo a Roma. Sono passata dando la mano a mio marito, perché volevo che passassimo insieme verso Cristo». Persone ferite, con il peso del nostro bisogno, incontriamo una Grazia che ci precede, una Misericordia che ci abbraccia dal profondo dell'anima e ci riunisce dai mille rivoli della nostra esperienza cristiana e da tutte le strade dei nostri paesi, vecchi e giovani insieme, decisi a camminare verso Cristo e con Cristo.
Finalmente si vede un popolo cristiano anche in Italia, nelle grandi città e nelle piccole, una folla che accorre consapevole di Chi solo è la salvezza. Bisognosi della tenerezza di Dio, che non esclude nessuno.«Sai cosa vuol dire non sentirsi escluso?». Come i carcerati di Padova che papa Francesco ha ringraziato mentre aprivano oggi la Porta Santa nel carcere: Cristo é ansioso di usare questa misericordia.
Stanchi ormai di camminare sul vuoto dei nostri desideri; insoddisfatti delle stelline dei nostri addobbi natalizi, domandiamo qualcosa di più vero, il Volto reale di Cristo, il volto della misericordia. Delusi che il Natale non sia Natale. Non è vero che nessuno ormai ci crede più, non è vero finché ci stringe questa nostalgia d'infinito, questa urgenza di verità e certezza, questa domanda di pace e di vita. Con quanto desiderio oggi partecipiamo al canto semplice e solenne del coro e ascoltiamo la parola della liturgia di Avvento: un giubilo di gioia – sottolinea il vescovo - come la tromba del Giubileo risuonata al primo pertugio di apertura della Porta Santa. Ci rendiamo disposti ad ascoltare Giovanni Battista che ci vuole capaci di condivisione, onesti e senza pretese, saldi senza prevaricazioni. Raccogliamo il grido dei poveri, l’angoscia dei migranti, il martirio dei cristiani.
La Misericordia ci soccorre mentre siamo deboli, ci salva mentre ci presentiamo come peccatori. Potrà permanere vivo il popolo di Dio nel tempo del Giubileo, potranno rifiorire l'amore e la dedizione a Cristo, fino ad eleggerlo come Sposo da amare e Maestro da seguire? Le porte sante rimangono aperte, perché Cristo esca a cercarci e perché noi entriamo a farci abbracciare. Si dipartono di qui le nuove strade della Chiesa in uscita fino agli uomini distratti e delusi, fino alla gente disperata e svuotata, fino ai poveri e alle persone senza cibo. Daremo una delle due tuniche che il Battista ci chiede? Soprattutto, seguiremo il suo dito puntato che indica a tutto il mondo Cristo e la sua libertà? Grandioso giorno, ma più grandioso Cristo che sempre ci sorprende.


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