2012-10-16 I santi della nostra vita
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Abbiamo incontrato dei santi. Non penso solo a figure grandi delle quali è stato avviato il processo di canonizzazione e che abbiamo conosciuto personalmente o anche frequentato come, nella nostra città di Chioggia Padre Raimondo Calcagno, e sull’orizzonte del mondo più ampio don Luigi Giussani. Ho davanti agli occhi e custodisco nella memoria del cuore – fra tante altre – alcune persone che, accompagnate nella fede cristiana dal carisma di don Giussani, sono vissute ‘santamente’ in maniera ‘normale’. Il loro numero cresce rapidamente e va allargandosi in un abbraccio che ci stringe tutti, gli amici più vicini e quanti in ogni maniera si lasciano toccare. E’ gente delle nostre strade e delle nostre case, dei nostri lavori e della nostra vita. Alcuni affondano nel terreno dove sono piantate le nostre radici, padri e madri che ci hanno accolto e coltivato: tra questi in particolare un padre e una madre che hanno lasciato traccia nei robusti filamenti di figli, nipoti, e amici dei figli e nipoti. Altri ci sono stati fratelli e sorelle e figli. Qualcuno ci ha fatto tribolare, come accade quando sono in gioco affetti veri e profondi; raggiunto da una grazia spettacolare nel breve e ripido sentiero della malattia, è stato trasfigurato nella sua carne mortale e ha ricevuto la strana gioia di chi intravvede il paradiso negli occhi delle persone amate. Tempo addietro, un altro amico ci aveva saldamente accompagnato nel giudizio della vita e nel sostegno delle opere di carità. Un altro ancora costituiva un sicuro appoggio, portando per noi le incombenze più umili, nel tempo stesso in cui faceva crescere i suoi tre piccoli figli. Un’altra vibrava di entusiasmo nell’introdurre la sua piccola storia nella grande storia della Chiesa, vissuta nel fervore della consacrazione. In questi ultimi giorni una giovane donna ha radunato attorno al suo funerale un nugolo di amici, e continua a tirarseli appresso come la prua di una barca: l’incontro con Gesù rivissuto nel dramma della sua anima e del suo corpo; l’amore totale a Lui, la carità accogliente e discreta, la tenacia della ricerca e l’intensità dell’offerta nella malattia. Non è finita la lista e anzi si infittisce nelle immagini della memoria, mentre le fisionomie si intrecciano. Tra i tanti, si fa avanti il volto sorridente di un prete amico, lieto della vocazione e fertile nelle iniziative. Di cosa è costituita questa santità fatta in casa? L’amore a Gesù, la dedizione alla Chiesa, l’accoglienza delle circostanze della vita come dono che volge tutto al bene, l’apertura del cuore. Diventa sempre più importante coltivare il giardino della memoria, dove lo scorrere del tempo chiarisce il volto dei santi che ci sono vissuti accanto.
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