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2017-04-30
30 aprile 2017 Domenica Terza di Pasqua

LA GIOIA della PRESENZA
Cosa perdiamo a non fidarci della testimonianza degli altri? I discepoli di Emmaus tornano via da Gerusalemme delusi, pur avendo già incrociato la testimonianza delle donne e degli amici. Anche Tommaso non si era fidato di chi aveva già visto e udito Gesù risorto. Quando ci chiudiamo nella nostra autoreferenzialità, non ci resta che tirare i remi in barca e la barca alla riva. Allora la strada che ci mettiamo a percorrere è segnata dalla delusione della sconfitta. Solo la grazia di un nuovo incontro fa sollevare lo sguardo. E’ quel che accade ai discepoli in cammino verso Emmaus, come a Tommaso nel cenacolo. Gesù si accompagna a loro, chiamandoli ‘stolti e lenti di cuore’ ma poi con pazienza li guida passo passo fino allo svelarsi nello spezzare il pane. Cristo risorto suscita una storia dai mille rivoli e mille colori la quale, nella pazienza e nelle contraddizioni del tempo, arriva a toccare la nostra vita. Fidandoci della testimonianza di chi è stato toccato da lui, arriviamo noi pure a riconoscere il Signore e a farne esperienza. Allora diciamo: “Il mio cuore è lieto perché tu Cristo vivi”.

Vangelo secondo Luca 24,13-35
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.


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