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2013-09-24
IL BENE DELLA PREGHIERA
Vado subito alla fine. L’ultima domanda della grande intervista della Civiltà Cattolica a Papa Bergoglio riguarda la preghiera. Dopo aver descritto il suo modo di pregare al mattino e nel corso del giorno, il Papa aggiunge: “Ciò che davvero preferisco è l’Adorazione serale… La sera, tra le sette e le otto, sto davanti al Santissimo per un’ora di adorazione”. Molte persone si domandano come fa il Papa ad avere quella serenità e semplicità, quell’ardimento libero e gioioso, quell’accoglienza aperta. Con tutte le questioni che deve affrontare, con tanti problemi e difficoltà, con la Chiesa e il mondo che gli premono sul cuore! Nella vita del semplice prete, e tanto più di un vescovo o del Papa, il peso non viene tanto dai problemi pastorali, né dalle preoccupazioni economiche sempre incombenti, né dalle decisioni difficili da prendere. Il peso è dato dal portarsi addosso la vita delle persone. Persone malate o sofferenti. Persone dilaniate dalla crisi spirituale. Persone in conflitto con il loro piccolo o grande mondo. Persone oppresse in vario modo dalla fatica del vivere, o pesantemente condizionate da situazioni irreformabili. Puoi tu portate il peso delle persone? Il loro male e la loro angoscia, la loro tristezza e il loro vuoto, la loro fatica e il loro ardore? Allora, la preghiera diventa una necessità. Non puoi non pregare per le persone incontrate nella giornata, quelle appena intravviste o quelle con le quali ti sei soffermato. Sai bene che la luce, la consolazione, la compagnia non vengono da te. Solo il Signore salva. Non solo con la preghiera di intercessione, come ad esempio la decina del Rosario recitata per una famiglia o un malato. Ma tu stesso hai bisogno di essere portato mentre porti altri. Dice ancora il Papa: “La preghiera per me è sempre una preghiera ‘memoriosa’, piena di memoria, ricordi, anche memoria della mia storia o di quello che il Signore ha fatto nella sua Chiesa o in una parrocchia particolare.” Nella preghiera occorre dunque stare di fronte all’opera di Dio, contemplandolo in azione, senza lasciar cadere nella dimenticanza la sua storia di grazia. La Bibbia, nei racconti storici e nei salmi, dice che il popolo d’Israele ricordava continuamente le grandi opere di Dio, e in questo modo riacquistava vigore e speranza. Questa è una straordinaria, personale, profonda preghiera. Si sta davanti a Dio con la propria vita e con la vita degli altri. Il Dio del cielo e della terra, il Dio di Israele e della Chiesa, ha preso anche te, ti porta e ti guida – insieme con tutti coloro la cui vita si intreccia con la tua – per le strade della sua grande storia. Don Angelo

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