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2013-11-16
GRAZIE
Ai familiari e agli amici di SANDRO SCARPA ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ Grazie per avermi fatto conoscere Sandro. Ora Sandro è per me non più solo una bella foto sorridente all’entrata del Centro Parrocchiale. Ora è una persona viva, che mi è venuta incontro attraverso i vostri ricordi, le testimonianze, il filmato, i canti, i vostri occhi luccicanti, la festa e la vostra amicizia. Grazie anche per esservi fidati di invitarmi a tenere l’omelia della Messa. Questo mi ha indotto a guardarvi con più attenzione e a tentare di cogliere attraverso il vostro cuore il cuore di Sandro. Posso dire che me l’avete fatto percepire vivo. La vostra non è stata una nostalgia del passato, ma una presenza, quella che nella liturgia si chiama memoria, cioè un avvenimento del passato che diventa presente. Ho percepito Sandro vivo nel Paradiso del Signore e vivo tra noi, e avevo quasi l’impressione che ciascuno di voi riflettesse come in uno specchio un aspetto e un colore della personalità di Sandro. Penso che questo è proprio un miracolo della fede. Noi sappiamo che le persone che ci lasciano sono vive, e con esse siamo introdotti a vivere la comunione dei santi. L’ho percepito fino a guardare diversamente le pietre e gli ambienti del nostro Centro, che ora mi appare realmente abitato dalla sua presenza. Vorrei ringraziarvi dell’impegno con il quale vi siete convocati e avete convocato la comunità parrocchiale. Mi colpiva nelle Messe delle ultime domeniche sentire vibrare con più intensità la vostra presenza e la vostra voce. Mi colpiva quanto mi ha scritto in questi giorni una di voi: “Ci è rimasto il gusto delle cose buone, delle giornate vissute dall’inizio alla fine, del vivere con gusto e pienezza. La giovinezza passa… l’incontro con Gesù resta. Quando l’anno scorso ho scritto in occasione del viaggio alla Verna cercavo di esprimere questo. Ora è bello averti fatto condividere cosa è stato per me e per tanti di noi della comunità questo incontro che si è snodato attraverso imperscrutabili e dolorosi sentieri. La sofferenza resta, l’aver sofferto resta, ha scritto qualcuno di noi. E di lì si costruisce la casa sulla roccia”. E appena qualche ora dopo mi manda un ‘Errata corrige’:”La sofferenza passa, l’aver sofferto resta”. Mi dico: è il seme che certamente soffre e muore, ma porta frutto. E’ una grazia per me essere stato introdotto, attraverso la vostra amicizia, a una Amicizia più grande. Gloria al Signore. ++++Don Angelo++++

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