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2014-07-20
Un Corso di amicizia
Quanto bisogno di incontro, di rapporto, di scambio urge nel cuore di ogni persona? Facendo avanti e indietro la lunga ‘vasca’ del Corso della nostra città nei giorni della Sagra del Pesce, si rimane colpiti dagli assembramenti di persone in fila per la prenotazione della cena o già sedute a grappoli ai tavolini ben ordinati. Si esce di casa e si arriva da fuori città nelle calde sere di un’estate finalmente amica. C’è anche la voglia di lavorare nei vari stands, anzi di collaborare - lavorare insieme - sostenendo un’impresa sociale o un’iniziativa di carità; la fatica prolungata per giorni è pervasa di letizia e crea un bel clima umano. Tutti amici! Giù le maschere dietro le quali nascondiamo il volto quando ci incrociamo sulle scale del condominio o allo sportello di un ufficio o nel metrò di una grande città, o persino in una panca di chiesa, impalati nella propria personale ‘devozione’. Siamo tutti fatti per l’incontro, la relazione, la comunione. Nasciamo (ancora!!) da un uomo e una donna, che vorremmo poter sempre chiamare padre e madre; incontriamo poi l’amore di una donna o di un uomo che ci è pari e diverso; siamo protesi a un’alterità senza confini, sospinti a ricercare l’infinito e a domandare il Volto di Dio. Portiamo l’immagine di Dio non solo come singoli individui, ma come comunità. E’ scritto nel DNA della nostra origine: “Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina lo creò”. Non solo la coppia uomo-donna, ma anche il figlio donato: “Siate fecondi e moltiplicatevi”. E’ un’intera umanità che cresce. Quale Dio e quale uomo, dunque? Il Dio che si è rivelato e donato al mondo non è un ente asettico e solitario ma una Comunione senza misura, un torrente di amore che circola nelle tre Persone, le invade di vita e le apre al dono. Il filo di questa corrente raggiunge il cuore di ciascuno e lo muove alla comunione, alla carità, all’amicizia. A ben vedere, pressoché tutto il nostro male di vivere trova origine nella solitudine e nella sua qualità perversa che la fa diventare diffidenza, inimicizia, contrasto. La salvezza rinasce nel dono di sé e nell’accoglienza; nella stabilità dell’amore e dell’intesa; nel porgere la mano e nell’offrire un aiuto; nel patire insieme e nell’offrire misericordia. Dal profondo del nostro bisogno e del nostro desiderio si apre la strada all’incontro tra persone e alla compagnia tra amici. Accade anche in queste calde serate nel Corso della nostra città.

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