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2011-12-14
Qell'Uomo

Quell’Uomo

 

Che ne facciamo di quell’Uomo? Si è infilato quasi di soppiatto tra di noi, intrigandosi con la nostra vita, tra i nostri bimbi e i nostri pastori. Ha percorso trent’anni nascosto tra la gente di paese, confuso con gli artigiani e i falegnami. Poi se n’è uscito fuori, prima accostandosi a Giovanni che predicava la grande attesa sulle rive del fiume, poi indugiando nel deserto. Finalmente ha lanciato un grido: “Il Regno di Dio è vicino”. Né teste coronate, né rivoluzioni di piazza, né traffici economici dentro e fuori dal tempio. La sua regalità rifiuta i codici umani. Non lo si può imbarcare nel carro dei rivoluzionari e degli zeloti, non fa carriera tra i giudici e i sacerdoti, non pretende un posto in banca o in parlamento. Ha solo la strada, tante strade da percorrere. Possiede i sandali e lo sguardo. Incontra i poveri e guarisce i lebbrosi; risana il paralitico e riporta in vita la bambina morta. Frequentandolo, gli amici lo riconoscono come Cristo, Figlio di Dio Altissimo. Lui si dice soltanto Figlio dell’uomo. Va bene, è un uomo, veramente uomo, con la fatica e le lacrime, il sudore e l’amicizia, con la sofferenza crudele della croce e la morte. Ma lui fa un’aggiunta a quel titolo: è il Figlio dell’Uomo che viene sulle nubi del cielo, viene dalla parte di Dio, congiunge Dio all’uomo, congiunge l’uomo a Dio. Che ne faremo dunque di quest’Uomo? Possiamo attaccarci a lui con tutta la nostra umanità, il nostro grido e la nostra speranza. Con lui, finalmente è finita la nostra schiavitù rispetto al potere: la ricchezza, la politica, la lussuria. Possiamo domandargli di entrare nel suo regno – come il ladrone dalla croce – per aver parte alla giustizia e alla libertà di Dio. Noi, uomini smarriti dentro la crisi, smaliziati nella lunga consuetudine delle trattative per condurre i popoli alla pace e gli uomini all’uguaglianza, imbrigliati nella rete seducente dei nostri vizi, abbiamo da chiedergli soltanto lo sguardo. Che lui ci guardi da uomo libero, ci guardi da fratello che condivide, da figlio che non trattiene gelosamente la sua figliolanza unica. Ci prenda per mano per sottrarci al potere e introdurci nel regno dei figli. Fra tutti i sette miliardi di uomini che esistono sulla faccia della terra, fra tutti gli altri miliardi di uomini che ci hanno preceduto, noi guardiamo a quest’Unico, Figlio dell’Uomo e Figlio di Dio.

 

 



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